Il testo originale della scala EMS-98 e le sue traduzioni ufficiali sono disponibili sul sito del GFZ German Research Centre for Geosciences.

Prefazione all’edizione italiana


Non c'è dubbio che le scale macrosismiche abbiano rappresentato, e forse rappresentano ancora, un’importante ed efficace interfaccia tra la sismologia e l'ingegneria, e che, tra le diverse scale, la scala europea sia quella che più e meglio delle altre cerca di coniugare gli aspetti ingegneristici, ossia il comportamento delle costruzioni sotto sollecitazioni sismiche, con quelli sismologici, sintetizzabili nella misura dell'intensità locale del terremoto in mancanza di dati strumentali.

Assumere la costruzione come strumento di misura del terremoto, stabilendo una equivalenza tra la scala del danneggiamento e la scala dell'intensità della scossa per valori pari o superiori al grado V, costituisce l'essenza della scala EMS-98.

In epoche storiche gli edifici ordinari, quelli per lo più ad uso abitativo, avevano caratteristiche molto simili tra loro, erano riconducibili a poche tipologie, tipicamente con struttura muraria, almeno in Italia, e potevano essere considerati strumenti di misura dei terremoti tarati all'incirca allo stesso modo.
Le scale macrosismiche, come la MCS, che non facevano distinzione tra i vari edifici, erano adeguate a trattare tale situazione e sufficientemente affidabili. Basta stabilire un'equivalenza, o meglio una relazione funzionale, tra la metrica del danno e quella dell'intensità:

I = f(D)

Ma, come gli ingegneri ben sanno, la resistenza al sisma delle diverse costruzioni non è la stessa. Ecco, allora, che deve entrare in gioco quella caratteristica propria delle costruzioni che ne esprime tale capacità, ossia la vulnerabilità sismica. A partire dalla seconda metà del secolo scorso una serie di fattori hanno diversificato considerevolmente il patrimonio edilizio: l'uso nettamente prevalente del calcestruzzo armato per i nuovi edifici, l'effettuazione di interventi di modifica delle costruzioni storiche, che possono produrre sia riduzioni significative della vulnerabilità (interventi di rafforzamento, miglioramento o di adeguamento sismico così come previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni), sia incrementi di vulnerabilità (ad esempio per riduzione della superficie resistente muraria in pianta dovuta all'apertura di vani nelle pareti portanti o per l'appesantimento eccessivo degli orizzontamenti), i progressi della progettazione antisismica moderna per tutte le tipologie costruttive, il susseguirsi di nuove norme sismiche e di nuove classificazioni sismiche del territorio.
Tutti questi fattori hanno determinato una tale varietà di tipologie costruttive e, all'interno di queste, una tale differenziazione del comportamento sotto sisma, che l'edificio come strumento di misura del terremoto oggi non è più unico, ovvero non ha più un'unica taratura. Da qui l'irruzione inevitabile della vulnerabilità V nella valutazione dell'intensità macrosismica: non può valere più semplicemente I = f(D), ma deve necessariamente essere

I = f(V,D)

Introdotta la terza variabile V per la valutazione dell'intensità I, è facile estendere l'uso della triade di variabili I – V – D, assumendo di volta in volta l'una come variabile dipendente dalle altre due, invertendo la relazione primaria:

I = f(V,D)è problema sismologico della valutazione dell'intensità macrosismica,
V = g(I,D)è problema ingegneristico della definizione della vulnerabilità, o di converso della resistenza delle costruzioni, su basi empiriche,
D = h(V,I)è valutazione del rischio, ossia del danno futuro condizionato alla vulnerabilità dell'edificato e all'intensità di un prossimo terremoto.

Non c'è da stupirsi, perciò, che alcuni concetti, in particolare relativi alle scale del danneggiamento e della vulnerabilità, declinati nella scala EMS-98 ai fini della valutazione dell'intensità macrosismica [I = f(V,D)], vengano utilizzati ampiamente in applicazioni ingegneristiche riguardanti le valutazioni di vulnerabilità, fornendone la metrica e le definizioni di base, e di rischio. Da qui il passo è breve per arrivare alla loro utilizzazione nelle norme che guidano la pratica professionale, come le linee guida per la valutazione del rischio sismico degli edifici.

La sistematizzazione della scala EMS-98 ha facilitato questo processo di permeazione di concetti sismologici e ingegneristici nei diversi problemi e, grazie alla definizione delle metriche del danno e della vulnerabilità, ha stabilito un riferimento importante anche per le valutazioni di tipo ingegneristico.

Come in tutti i percorsi scientifici, raggiunto un traguardo se ne possono porre di altri, più ambiziosi, che consentano di sfruttare appieno l'idea di base. Dal punto di vista ingegneristico è evidente che l'applicabilità in ambito internazionale della scala EMS-98 ha necessariamente semplificato l'individuazione delle tipologie edilizie e la loro tassonomia. A livello nazionale o sub-nazionale notevoli sforzi sono stati fatti e sono in corso per individuare le tipologie tipiche dei diversi territori e per caratterizzarle al meglio in termini di comportamento sismico. Ne sono un esempio la scheda AeDES, per il rilevamento del danno, della vulnerabilità e dell'agibilità post-sismica, e la ricerca svolta nell'ambito del progetto CARTIS di ReLUIS. Dal punto di vista sismologico, la disponibilità notevole e sempre crescente di registrazioni accelerometriche relative ai più recenti terremoti suggerisce di effettuare studi volti a migliorare le relazioni tra intensità macrosismica e intensità strumentale. Nell'applicazione della scala, inoltre, di notevole interesse sarebbe il confronto tra il rilievo macrosismico svolto sul campo e gli esiti dei rilievi di agibilità e del danno svolti nei passati terremoti e i cui dati sono oggi raccolti nella piattaforma Da.D.O., così da definire i margini di incertezza degli esiti macrosismici. Sempre rispetto al rilievo sul campo, gli sviluppi tecnologici attuali e futuri fanno pensare alla possibilità di utilizzarli per definire in maniera più rapida e completa, il danneggiamento dei singoli edifici e l'attribuzione del grado di intensità. Gli sviluppi che ne possono derivare possono portare a una utilizzazione sempre più efficiente della scala macrosismica europea.


Roma settembre, 2018,
Mauro Dolce,
Dipartimento della Protezione Civile, Dirigente Generale
Università di Napoli Federico II, Ordinario di Tecnica delle Costruzioni